Forever Falling-The Determinism Of Essence In Matter
Amanti dei Paradise Lost, My Dying Bride, quelli degli esordi, e Funeral, qui troverete pane per i vostri denti. Se vi piace immergervi in una musica cupa, malinconica e sofferente, il doom-death metal del duo italo-americano Forever Falling, non vi lascerà indifferenti. John Suffering alla voce e Tullio Carleo (chitarre, basso, batteria e tastiere) vi propongono un viaggio alle radici del dolore, attraverso pezzi lunghi e dilatati come l’opener Leve Me The Starrs, sorretta da un riff da incorniciare, decadente e sabbathiano e dai vocalizzi profondamente growl del vocalist, copione che si ripete in brani come September Song e The Wind. Un disco monolitico, quindi, con alcuni picchi ma che ha la sua forza nella saldatura che c’è tra un pezzo e l’altro, e nel mood triste che tratteggia ogni tassello contenuto in The Derterminism Of Essence In Matter. D’altro canto, già la copertina, funerea a sinistra come non mai, ci introduce in maniera esaustiva a quello che andremo ad ascoltare e la campana a morto che suggella il platter non lascia spazio all’immaginazione. Avrei gradito qualche clean vocals ma mi rendo conto che il genere ha dei canoni da rispettare e la band un percorso artistico da seguire. Disco affascinante ma non per tutti.
- Agli italiani piacciono gli audiolibri
- Thomas Semeraro: il percorso di un attore poliedrico
- Forever Falling-The Determinism Of Essence In Matter
- “La meglio gioventù”: The House in Fata Morgana, tra novel e cinema
- Macchine ed esseri viventi. L’autopoiesi biologica
0 commenti