Mangiare una farfalla: cinema e poesia di Tonino Guerra

Editoriale

Settembre 30, 2024

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La riscoperta di un grande artista

L’Italia è patria di grandi autori, talvolta osannati, e talvolta dimenticati. Tra le fila della seconda categoria, si nasconde sicuramente Tonino Guerra, artista romagnolo di cui poche volte si ude il nome. Ma Anna Maria Geraci, col suo saggio “Mangiare una farfalla: cinema e poesia di Tonino Guerra”, ci tende la mano e ci aiuta a (ri)scoprire un grande intellettuale del 900′.

Come ha scoperto e imparato ad amare Tonino Guerra?

Grazie per l’interesse, è un lavoro di anni. È stata una storia d’amore con Tonino, mi sono innamorata di lui vedendo i film di Anghelopoulos. Non conoscevo Tonino prima di allora. I film di Anghelopoulos hanno risentito della poesia di Guerra, questa sinergia, questa collaborazione tra i due è stata pura magia. Dalla Grecia alla Romagna…
Ho pensato che la poesia di Tonino fosse un modo per chiedere perdono, e il mondo ha bisogno di perdonare e farsi perdonare. Ha bisogno delle parole tenere, di pensieri fioriti. Per me la poesia di Tonino, scrivere questo saggio su di lui, è come chiedere perdono al mondo… e chiedere perdono a Tonino per essere stato dimenticato. I posti di Tonino a Pennabilli hanno bisogno di manutenzione, il museo a Santarcangelo è chiuso da anni e nessuno sa nulla. Il Cinema Modernissimo di Bologna ha dedicato poltrone a tutti i più grandi del cinema nazionale e internazionale, senza citare minimamente il nome di Tonino Guerra. Lora, la vedova, che cura la casa museo “La casa dei Mandorli”, è anziana e non riesce a mantenere fisicamente ed economicamente tutta l’eredità artistica del maestro. Tonino forse è destinato a scomparire, nonostante l’associazione a lui dedicata.

Pensa che all’interno delle antologie scolastiche, la figura dell’autore romagnolo dovrebbe avere un maggiore rilievo?

Penso che andrebbe aggiunta un’antologia su tutti i più importanti poeti e autori dialettali, ma visti i tempi a scuola sempre ridotti, forse sarebbero più efficaci e utili, per i ragazzi e per gli adulti, dei corsi, dei progetti extracurriculari. Non solo Guerra ma anche Pasolini, Baldini, Pedretti.

Qual è l’origine del nome e dell’idea dietro il suo saggio “Mangiare una farfalla: cinema e poesia di Tonino Guerra”?

Ho scritto “Mangiare una farfalla” sapendo che nessuno mi avrebbe pubblicato, se non a pagamento, ma essendo una studentessa non avevo, e non ho, i mezzi economici per pagare la pubblicazione, la pubblicità e tutto quello che sta dietro (e avanti) un libro. Ci ha creduto Il Ponte Vecchio di Cesena e di questo ne sono molto grata, specialmente sapendo i gravi danni subiti dall’editore nel 2023 per la pioggia.
“Mangiare una farfalla” riprende la poesia più conosciuta di Tonino, scritta dopo l’anno di prigionia nel lager tedesco.
La farfalla
Contento proprio contento
sono stato molte volte nella vita
ma più di tutte quando mi hanno liberato
in Germania
che mi sono messo a guardare una farfalla
senza la voglia di mangiarla.
La farfalla così diventa l’animale totem, il simbolo di bellezza, di libertà e di creatività del maestro che disegnerà e citerà per tutta la vita.
Tonino non l’ho mai conosciuto di persona, ma so che le sue parole sono piene di quella compassione che il mondo ha bisogno. “La bellezza è già una preghiera” diceva lui.

Qual è l’opera di Tonino Guerra che secondo lei non si può non leggere almeno una volta nella vita, e perché?

Impossibile citare una sola opera, sono tutte tessere di un mosaico. La sua poesia, i suoi racconti, le sue sceneggiature sono un unico disegno, un’unica immagine di bellezza, e cercano di riempire la solitudine di ognuno con una luce di speranza verso il bene. Adoro le raccolte poetiche de I bu (1972, Rizzoli) e Il Miele (1982, Maggioli), due opere famosissime anche all’estero.

 

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