focus
Il 14 marzo 2000, Il Corriere del Giorno diffuse una notizia sconvolgente che atterrì la popolazione, e continua a farlo. Circa 39.000 anni fa, con la grande eruzione dei Campi Flegrei – nota come l’eruzione dell’Ignimbrite Campana – le ceneri vulcaniche furono in grado di percorrere 1.500 chilometri, raggiungendo persino il Mediterraneo Orientale e la città pugliese di Martina Franca. Gli speleologi del Centro Documentazione delle Grotte Preistoriche, Silvio Laddomada e Arcangelo Leporale, fecero l’incredibile scoperta nella cava di Venturizzo, situata in contrada Vannella a circa 7 km dal centro abitato.
I vulcanologi dell’Osservatorio Vesuviano, allertati prontamente, prelevarono campioni da una parete di circa 7 metri di cenere vulcanica, confermando la correlazione con l’Ignimbrite Campana. Secondo il prof. Giovanni Orsi, l’eruzione oscurò il cielo per chilometri e una pioggia di lapilli infuocati rese impossibile la vita.
Dopo migliaia di anni, sulla terra pugliese nacque Martina Franca, che per molto tempo ha eclissato questo incredibile mistero. Successivamente, Laddomada decise di esplorare anche altre doline martinesi, rinvenendo nuovi livelli di Ignimbrite Campana anche a Trazzonara, in Valle d’Itria, a circa 2 metri di profondità con spessori da 70 cm a 1,5 metri.
- Agli italiani piacciono gli audiolibri
- Thomas Semeraro: il percorso di un attore poliedrico
- Quando 40mila anni fa la cenere dei Campi Flegrei arrivò in Puglia
- “La meglio gioventù”: The House in Fata Morgana, tra novel e cinema
- Macchine ed esseri viventi. L’autopoiesi biologica
0 commenti