Da dove nasce ciò che oggi è l’industria performativa più apprezzata della “Grande Mela”
Questa storia inizia nel 1949, nella sezione di Broadway Avenue dedicata ai “theaters”. Si tratta di una strada urbana che, nella sola New York, si estende per ventitré chilometri. Siamo davanti alla biglietteria del blasonato teatro “Morosco” (demolito nel 1982), in attesa di un agognato tagliando per assistere a uno spettacolo più unico che raro. È il dieci febbraio, il freddo attanaglia i pensieri ma non la voglia di godersi “Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller che viene messo in scena, proprio quella sera, per la prima volta.
Parliamo del dramma più famoso di Miller, che rimarrà nei palinsesti dei teatri statunitensi con ben 741 repliche, suddivise in più stagioni.
Un gran privilegio riservato a pochi individui, magari esperti o apprendisti cultori dell’arte del palcoscenico. Un privilegio concesso al pubblico, in quel momento storico, dalla determinazione e dalla lungimiranza dei tre fratelli Shubert.
La storia di questi fratelli parte dall’attuale Lituania. Il padre, di umili origini, si imbarca con la numerosa famiglia sulla “SS Spain“, dalla banchina di un molo sul Baltico. L’obiettivo per lui, la moglie e gli otto figli, è quello di raggiungere gli Stati Uniti. Dopo varie peripezie, la famiglia Shubert approda nel Paese americano e si stabilisce a Syracuse.
Jacob J., Sam e Lee, nel 1900, sono poco più che ragazzi quando decidono di ritagliarsi un ruolo preminente nel mondo dell’imprenditoria. Giovanissimi, ma già con le idee molto chiare. Il loro obiettivo è diventare magnati nell’industria delle arti figurative, dimenticandosi un passato fatto di miseria e illusioni. Nasce così la “Shubert Organization” la quale porterà, nel 1945, alla creazione dell’ente dirigente “Shubert Foundation, Inc.“. Quando Sam muore, nel 1905, essi sono già tra i proprietari teatrali e produttori esecutivi più conosciuti della costa orientale. Appena due anni dopo, nel 1907, il potere nel settore di Jacob J. e Lee è tale da condurli all’idea di prendersi, anche, il mondo del vaudeville.
Il vaudeville era un microcosmo artistico complesso, molto diverso dai drammi e dalle rappresentazioni di varietà, fatto di un’accanita concorrenza. Parliamo degli inizi del secolo scorso, quindi durante una delle parabole ascendenti di tale forma espressiva, nata in Francia verso la fine del Settecento. I due fratelli compiranno un primo tentativo nel 1907, attraverso la fondazione della società “United States Amusement Company“, col compito di gestire spettacoli di varie compagnie dedite al vaudeville sulla costa occidentale.
Ma il tentativo fallirà, perché non riusciranno a livellarsi col circuito “che conta” di teatri del suddetto genere, il “BF Keith“.
Riusciranno a imporsi, nel succitato campo artistico, soltanto tredici anni dopo. Arriveranno al loro scopo grazie alla società di produzione “Shubert Advanced Vaudeville“, appositamente istituita, inaugurando anche la prima opera del genere nella città di New York. Ma decideranno, nel 1923, di accantonare questa tipologia di spettacoli e dedicarsi agli spettacoli classici.
Nel frattempo gli Shubert estendono, sin dal 1916, la presenza delle loro strutture teatrali su scala nazionale. Questo, li rende i protagonisti dell’industria teatrale che hanno sempre sognato d’essere. L’attività artistica e finanziaria dei fratelli continua fino agli anni quaranta, per poi interrompersi momentaneamente e subire una notevole riorganizzazione nel 1973.
La Shubert Organization possiede, ad oggi, il controllo di diciassette teatri di Broadway, due teatri off-Broadway (lo “Stage 42” e il “New World Stages”), oltre al Forrest Theatre di Philadelphia.
I teatri controllati dal “sogno degli Shubert“, in oltre cent’anni di attività, sono stati molteplici e tutti di assoluto valore: il New Haven Shubert Theatre, immortalato in tantissime pellicole del cinema statunitense; lo Shubert Theatre di Boston, attualmente gestito dal “Boch Center” un’associazione non lucrativa ai fini della produzione di arti performative; lo Shubert Theatre di Chicago, attualmente di proprietà della “Nederlander Organization”, la quale si occupa principalmente di esibizioni dal vivo (musicali, in particolare); l’Imperial Theatre, il cui “auditorium” è considerato un sito di rilevanza nazionale dalla Commissione per la Conservazione dei Monumenti della “Grande Mela”.
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