Rebecca Testa crea una vita piena di valore danzando

Editoriale

Ottobre 18, 2024

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“Oggi la bimba grintosa che ero mi incoraggia nei momenti in cui non lo sono per niente”

Rebecca Testa è una ballerina nata a Modena 26 anni fa e cresciuta a Nocera Inferiore (SA). È una ragazza dolce, intelligente, fervente buddista e amante della vita e dell’arte. Nonostante le difficoltà del suo ambiente artistico, Rebecca ha sempre continuato con tenacia a lottare per realizzare il suo sogno.

Lungo il sentiero per la sua realizzazione personale, conseguendo la felicità, ha sempre avuto un pensiero gentile per tutti i colleghi, gli amici e i familiari. È una persona che crede fermamente che la gioia sia bella, se condivisa con il prossimo e che crede nei legami di valore. Oggi lavora nel corpo di ballo dell’arena di Verona.

Parliamo di lei. Chi è la giovane donna oltre la danzatrice? Quali sono le sue passioni, oltre alla danza si intende, le aspirazioni e i desideri?

Tra le mie passioni c’è la musica di qualsiasi genere. Se avessi più tempo, mi piacerebbe studiare il pianoforte. Quando riesco vado a teatro, mi piace tantissimo l’opera e l’ ascolto volentieri anche durante il giorno. Vorrei vivere una vita felice e aiutare gli altri ad esserlo. In realtà, cerco sempre di vivere il mio lavoro con gioia e a volte, in ambienti dove non c’è speranza, è una dura lotta, ma quando ci si impegna, per apprezzare ogni giornata, la vita si percepisce in un modo completamente diverso.

Qual è stata la sua formazione e quando ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della danza?

Ho iniziato a studiare danza da piccolissima, a 3-4 anni, privatamente, non ho fatto accademie. Mi piaceva tantissimo andare a danza e ricordo che volevo sempre acconciare bene i capelli e stare in prima fila, anche se non ero capace. Mi divertiva e sognavo tantissimo, oggi la bimba grintosa che ero mi incoraggia nei momenti in cui non lo sono per niente.

Come si riesce a conciliare la vita privata e la carriera artistica?

Tasto dolente. Purtroppo in Italia siamo obbligati a vivere un po’ precariamente, infatti negli ultimi anni ho vagato tra Nocera, Verona e Germania e sinceramente è difficile mantenere tanti rapporti, ma comunque in prospettiva ho il desiderio di mettere radici in un posto. Per il resto, il teatro permea tutta la vita secondo me e i miei amici, che ci lavorano, svolgendo altre mansioni che mi stimolano tantissimo; è un mondo a parte, sicuramente un po’ più fuori dagli schemi.

A che punto la passione è diventata un lavoro vero e proprio?

Quando ho deciso che doveva esserlo. Credo avessi 15 anni e mi fu proposto di ballare a un festival a Cali in Colombia. Poi si è realizzato quando ho firmato il mio primo contratto all’Arena di Verona nel 2017 a 19 anni. Lì ho avuto prova concreta che il teatro mi piacesse, mi emozionava, ma dovevo migliorare tantissimo. Poi l’Arena è diventata per me una casa e spero continui a esserlo.

Ha mai insegnato o pensato di insegnare danza a ragazzi più giovani?

Ho provato a dare qualche lezione di danza e mi ha entusiasmato, soprattutto il rapporto umano che si crea. È bello sentirsi un punto di riferimento, ma è anche un enorme responsabilità, quindi aspetterò di essere più pronta e preparata per insegnare in futuro.

Nonostante la giovane età e i grandi traguardi giù raggiunti, quali saranno i progetti per il prossimo futuro?

Bella domanda. Noi danzatori, data la situazione italiana, non sappiamo mai cosa faremo tra due anni. Per ora vivo di anno in anno, sperando di continuare a ballare ancora per molto. Mi dona tanta gioia fare quello che faccio, è una fortuna stare tutti i giorni in sala coccolati dalla musica.

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