Parma – Riapre con un nuovo allestimento l’antica spezieria di San Giovanni

Editoriale

Ottobre 21, 2024

Tag

Da domenica 20 ottobre 2024, dopo un lungo restauro è restituita la pubblico interamente riallestita.

L’Antica Spezieria di San Giovanni, a Parma, da giugno 2024 entrata a far parte del circuito del Complesso monumentale della Pilotta, da domenica 20 ottobre viene restituita ai visitatori interamente restaurata, con l’apertura di quattro nuovi spazi che si aggiungono alle quattro sale già visitabili. Diversi gli interventi strutturali e sulla collezione, composta da manufatti artistici e strumenti di lavoro, che se da una parte hanno riportato l’edificio alla sua conformazione originale, con la riapertura del portone sul Monastero, dall’altra ne hanno conformato sicurezza e accessibilità agli standard moderni. In particolare, il restauro ha riguardato muri, pavimenti, vetri, infissi, marmi, con un’indagine chimico-fisica di tutti gli apparati e una messa in sicurezza dell’intera struttura muraria, adeguata a resistere agli stress sismici. Così come l’accessibilità è ora calibrata per abbattere barriere fisiche e cognitive, facilitando l’ingresso, il movimento e la fruizione dei 400 mq quadrati di superficie espositiva e della collezione, anche attraverso supporti tattili per ipovedenti e angoli olfattivi pensati per un’esperienza multisensoriale. Anche gli oggetti conservati, dai manufatti lignei ai dipinti, dai mortai agli alambicchi, dal materiale ceramico ai libri, sono stati restaurati e laddove possibile digitalizzati.
Il percorso espositivo, che già comprendeva la Sala del Fuoco, la Sala dei Mortai, la Sala delle Sirene e la Sala del Pozzo o degli Alambicchi, ora si completa con altre tre sale, la Sala della Storia, la Sala della Regola, la Sala dei Veleni o del Libro, e con il Corridoio di ingresso o del Monaco. Qui è stata ripristinata l’antica apertura sul Chiostro, punto di contatto simbolico e pratico con il Monastero, e per estensione con le origini della farmacia, la cui storia millenaria è iniziata prima dell’anno mille e nei secoli ha vissuto evoluzioni e cambiamenti.

Il restauro e l’allestimento dei nuovi spazi museali della Spezieria è stato possibile anche grazie al contributo della Fondazione Cariparma e dell’Associazione “Parma, io ci sto!”

«É un percorso di straordinaria suggestione, che si snoda nel sapere del passato, in seno a un complesso benedettino di secolare importanza, che cullò e coltivò le conoscenze, la cultura e l’arte, sempre ai massimi livelli. La sequenza di sale con antiche scaffalature, albarelli, vasi e mortai, è stata recuperata alla pubblica fruizione grazie all’impegno degli istituti e dei dirigenti che mi hanno preceduto, tra essi Giorgio Cozzolino e Maria Luisa Pacelli della Direzione Regionale Musei, dalla quale abbiamo ‘ereditato’ la Spezieria. Prezioso è stato il ruolo degli sponsor – in particolare la Fondazione Cariparma nella persona del Presidente Franco Magnani e l’Associazione “Parma, io ci sto!” nella persona del Presidente Alessandro Chiesi e con il grande sostegno di Davide Bollati – guidati dall’impegno e dall’entusiasmo di Olimpia Barbieri Gentili Estense Calcagnini. A tutti coloro che hanno lavorato per questo meraviglioso risultato – i progettisti, le ditte, le maestranze – va un ringraziamento che esprimo a nome della collettività».

Stefano L’Occaso, Direttore del Complesso monumentale della Pilotta

«Restituire alla cittadinanza uno spazio così prezioso e ben conservato, tra le mura del Monastero di San Giovanni, è per la Direzione Regionale Musei motivo grandissimo orgoglio. Dopo anni di aperture intermittenti, giunge infatti a compimento il pieno recupero architettonico e artistico di un vero e proprio gioiello, realizzato grazie al concorso di molti colleghi, tra i quali chi mi ha preceduto alla direzione dell’istituto, che voglio ringraziare sentitamente. Il sostegno dei tanti amici, inoltre, in primis la Fondazione Cariparma e l’Associazione “Parma io ci sto!”, ha permesso di sviluppare un progetto che, con grande cura e attenzione al dettaglio, ha trasformato l’Antica Spezieria un luogo sicuro ed accogliente, aperto ed accessibile a tutti».

Maria Luisa Pacelli, Direttrice dei  Musei Nazionali di Bologna/Direzione Regionale Musei Emilia Romagna e Direttrice della Pinacoteca Nazionale di Bologna

«Accompagnare il nostro territorio verso i cambiamenti culturali, sociali ed economici in atto è una delle linee d’azione strategiche che guidano l’agire filantropico della nostra Fondazione. È con orgoglio, quindi, che abbiamo sostenuto questo progetto che dà nuova vita ad un importante luogo culturale della nostra città, rivisitandolo in chiave moderna. Questa riqualificazione, che mira a dare maggiore visibilità all’Antica Spezieria di Parma, propone una nuova fruibilità dell’ambiente facendo leva su strumenti innovativi, quali l’allestimento virtuale e l’inclusione immersiva, in grado di parlare anche alle nuove generazioni del territorio».

Franco Magnani,  Presidente di Fondazione Cariparma

«Siamo molto orgogliosi di aver contribuito al restauro e alla restituzione al pubblico dell’Antica Spezieria di San Giovanni, un luogo storico-artistico dal valore inestimabile che va ad arricchire ulteriormente l’offerta culturale del territorio di Parma. E siamo orgogliosi soprattutto di essere stati i promotori di questa sfida, che ci auguriamo poter essere un primo importante passo nella valorizzazione dell’intero complesso di San Giovanni, per il quale la nostra Associazione nel 2016 ha promosso l’idea di intraprendere un percorso di recupero a partire da un ampio progetto di fattibilità, recupero degli spazi e gestione culturale. Rendere accessibili e valorizzare i gioielli del nostro territorio è una delle azioni che vede impegnata ‘Parma, io ci sto!’ fin dalla sua costituzione e la riapertura di questi spazi, che oggi celebriamo e che si inseriscono nel solco di altre recenti aperture promosse dalla nostra Associazione, ultima delle quali la musealizzazione e riapertura al pubblico dell’appartamento di Antonio Farnese all’interno della Rocca Sanvitale a Sala Baganza, è un’ulteriore conferma della nostra volontà di contribuire in modo concreto alla rigenerazione in chiave culturale di Parma e del suo territorio a beneficio sia dell’intera comunità locale sia dei suoi visitatori».

Alessandro Chiesi, Presidente di “Parma io ci sto!”

STORIA

Situata nel cuore della città, all’interno dell’abbazia benedettina di San Giovanni Evangelista, l’ex farmacia storica era già presente all’interno del Monastero fin dalla sua fondazione, nel 981, anche se le prime notizie della sua esistenza trapelano all’esterno nel 1201, anno della sua apertura al pubblico.

Oltre all’Ospedale di San Giovanni, annesso al Monastero, la Spezieria fu la prima che si pose al servizio anche degli ospedali cittadini, ovvero il Rodolfo Tanzi e, successivamente, il San Giovanni Gerosolimitano. Ciò le garantì una crescita considerevole, che nel Quattrocento si tradusse in continui ampliamenti, con la creazione di un vasto laboratorio lungo l’attuale Borgo Pipa, acquisendo tra Cinquecento e Seicento l’assetto architettonico che manterrà inalterato per secoli.

Se da una parte, in quanto farmacia monastica, era interdetto l’accesso alla clientela, dall’altra l’influenza della Spezieria sull’economia cittadina nel Settecento costrinse i Benedettini ad affidare l’esercizio a laici privati. Cambi di proprietà che si susseguirono lungo tutto il secolo e oltre, fino alla chiusura definitiva dell’attività nel 1897 e la sua trasformazione in realtà museale.

Con il passaggio alla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici nel 1968, la struttura è divenuta sempre più parte integrante del sistema museografico cittadino, fino all’inserimento, nel giugno 2024, all’interno del circuito museale del Complesso monumentale della Pilotta.

IL PERCORSO ESPOSITIVO

1 – Sala del Pozzo

Il locale è una parte dell’antico laboratorio dello speziale, che si sviluppava anche in altre sale del lato nord ora adibite a usi diversi. Qui, dove si possono ammirare il lavabo in marmo veronese del Cinquecento, il pozzo e i muri originali, i protagonisti sono gli alambicchi, le storte e le bottiglie, utilizzati per la preparazione dei medicamenti.

2 – Sala del Fuoco

Segnata dalla presenza di un grande camino, ora murato, l’arredamento ligneo e le decorazioni del soffitto della sala ne mascherano efficacemente l’andamento trapezoidale dovuto alla collocazione adiacente al muro di cinta, mentre tre archi a tutto sesto non sorretti da colonne separano il piccolo vano d’ingresso da quello operativo.

3 – Sala dei Dottori dell’Antichità o dei Mortai

L’ambiente raccoglie gli strumenti indispensabili allo speziale, per l’appunto i mortai, recipienti in marmo o in bronzo e a forma di coppa o di vaso che venivano adoperati per triturare, con apposito pestello, erbe, minerali e sostanze organiche essiccate. Le dodici lunette, databili attorno alla prima metà del Cinquecento, ospitano i ritratti dei maestri antichi della medicina.

4 – Sala dei Dottori Parmigiani o delle Arpie

Già Sala delle Sirene, il nome precedente deriva dalle figure scolpite nelle paraste degli scaffali, che in realtà ad un’analisi più attenta è possibile avvicinare all’immagine dell’arpia, considerate le ali e le zampe fornite di artigli. È la sala più ricca di ornamenti e di intagli che conserva anche, entro le lunette, dodici ritratti dei maestri della medicina vissuti fra Cinquecento e Seicento.

5 – Sala della Storia

Qui il visitatore potrà apprendere la storia della Spezieria di San Giovanni Evangelista dal Medioevo fino ai giorni nostri ed esplorarne a “volo d’uccello” gli spazi, assieme a quelli del Monastero e del territorio circostante. Nella medesima stanza sono poi raccolti i vetri utilizzati dallo speziale, il busto del farmacista Ferdinando Gardoni e il ritratto, in abiti canonicali, del figlio Leonida.

6 – Sala della Regola

Lo spazio è dedicato al rapporto tra la regola di San Benedetto, Ora et labora, e la pratica della spezieria monastica, nonché ai principi fondamentali che caratterizzano la vita dei monaci benedettini, la cui presenza viene qui evocata dall’esposizione di una tunica monacale.

7 – Corridoio di ingresso o del Monaco

Oltre alla storia sul restauro dei locali della Spezieria e sulla decorazione pittorica che incornicia l’apertura verso il chiostro di San Giovanni (o della Porta), il corridoio racconta il legame tra corpo, salute e medicina attraverso il lavoro dello speziale, esemplificato dalle iscrizioni sparse nelle sale e dalle epigrafi del corredo ceramico. Chiude l’ambiente una sezione dedicata alle mostre temporanee e all’eredità della Spezieria nella Parma farmaceutica contemporanea.

8 – Sala dei Veleni o del Libro

All’interno del piccolo locale, dove lo speziale custodiva sotto chiave quei prodotti tossici che nelle mani sbagliate potevano essere un pericolo, sono raccolti i volumi di farmacia, medicina e botanica dei secoli XVI-XX. Una teca, in particolare, ospita un libro tra questi, affiancato dalle filze che rappresentano gli antichi ricettari farmaceutici, mentre un monitor offre la possibilità di esplorare digitalmente gli altri documenti della Spezieria.

LE LUNETTE DEI MAESTRI DELLA MEDICINA

Nella Sala dei Mortai, dodici lunette ospitano i ritratti dei maestri antichi della medicina, appartenenti al mito greco-romano e alla scienza araba o persiana, riuniti assieme in una sorta di galleria che induce a riflettere sulle lontane origini della pratica medicea. Attribuita al parmigiano Leonardo da Monchio e databile attorno alla prima metà del Cinquecento, l’opera si configura come un omaggio al progresso della scienza e all’esclusione di confini geografici o religiosi in questo campo. Partendo dalla parete ovest e da sinistra a destra, troviamo Mercurio, Apollo, Galeno, due personaggi senza nome, Averroè, Ippocrate, Esculapio, Ezio, Dioscoride, Avicenna e Mesue.

Nella Sala delle Arpie si trovano altre dodici lunette che accolgono i maestri della medicina vissuti fra Cinquecento e Seicento, i quali contribuirono in modo significativo allo sviluppo della scienza medica nel ducato di Parma. A partire dalla parte sinistra dell’altare vi sono Scipione Cassola, Filippo Silva, Antonio Massera, Pietro Linati, Paolo Accorsio, Gerolamo Iuncta, Giovanni Cascia, Alberto Urbano Sanseverino, Pompilio Tagliaferri, Andrea Cerati, Flavio Sacco e

Tiberio Delfini. L’illustrazione di tali luminari, in un ambiente che perseguiva gli stessi obiettivi dei personaggi raffigurati, accompagnava con la storia il lavoro dei monaci speziali, che ogni giorno si ponevano al servizio di Dio ma anche della scienza.

I PASSAGGI DAL MONASTERO ALLA SPEZIERIA

Nel corso dei secoli, i vari cambi di direzione, da religiosa a laica e viceversa, hanno imposto cambiamenti strutturali all’edificio, che si sono mossi principalmente su due direttrici opposte: garantire un rapido passaggio interno tra Monastero e Spezieria, unita all’isolamento dall’esterno, nel momento in cui il laboratorio era ad esclusivo appannaggio dei monaci; al contrario, aprire un comodo accesso dall’esterno ai clienti e interdire i varchi verso il Monastero quando la farmacia era gestita da laici.

Ora l’ultimo intervento di restauro ha riportato alla luce un portale dipinto, con timpano e piedritti in pietra riccamente decorati, corrispondente all’antico accesso diretto che il Monastero aveva al Chiostro di San Giovanni, tamponato nel 1897 con la definitiva chiusura dell’attività e l’avvio dei vari passaggi di competenza al fine di realizzare una nuova realtà museale.

A impreziosire il portale la cimasa recante la data 1748 (MDCCXLVIII), anno di realizzazione dell’ampia decorazione, e l’iscrizione Alla morte dolorosa, dolce e amaro è il conforto, oltre che un cartouche (raffigurazione dipinta o scolpita di un rotolo cartaceo, spesso contenente un’iscrizione, ma talora destinato a puro scopo ornamentale) con una figura femminile che nella mano destra regge il bastone di Asclepio e nella sinistra un gallo. La donna rappresenta l’Allegoria della Salute, i cui attributi sono il bastone di Asclepio (Esculapio nella mitologia romana), divinità protettrice della medicina, e il gallo, che veniva offerto in sacrificio come ringraziamento tradizionale di chi guariva da una malattia.

Sempre nel Corridoio di ingresso o del Monaco, i recenti restauri hanno rilevato l’esistenza di un altro passaggio tra il Monastero e la Spezieria, chiuso nel Settecento e collocato nella Sala dei Dottori dell’Antichità o dei Mortai, probabilmente un ingresso precedente rispetto a quello utilizzato nella Sala dei Dottori Parmigiani o delle Arpie. Di fronte ad esso, in origine, si trovava infine un’altra porta che permetteva di accedere all’orto dei semplici del Monastero, poi sostituita dall’attuale grande finestra visibile entrando nella stanza.

Autore

0 commenti

Invia un commento

Scopri di più da Il Novelliere

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading