Lo Zen del fumetto italiano

Editoriale

Novembre 22, 2024

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Alla scoperta della ZenComics: un “dietro le quinte” targato Gianluca Testaverde

Il collettivo Zen nasce sul web nel settembre 2021, sia per diletto sia per proporre progetti personali.
Diviso tra fumetto e doppiaggio, Gianluca Testaverde e Andrea Seth Marino hanno intrattenuto spesso (e intrattengono) vari ospiti dell’uno e dell’altro campo in live serali, fino a sfociare in un’autentica realtà editoriale.

Ci racconti un po’ di lei e della sua storia professionale
Dunque, più che al fumetto inteso come media, mi sono avvicinato piuttosto al disegno da piccolo attraverso i supereroi Marvel o DC che fossero: sono cresciuto infatti con i film di Batman di Tim Burton e la serie live action di Spider-Man anni ’70. Grazie a loro che conobbi il mondo del fumetto e, dopo quello americano, sono arrivato ai manga con Berserk e Devilman. Quando li ho letti, ho subito pensato che mi sarebbe piaciuto realizzare qualcosa del genere. A 19 anni ho frequentato la scuola italiana di Comix a Napoli, apprendendo i primi rudimenti di questo mestiere. E, come di solito accade, ti scontri con la realtà dei fatti, mettendo da parte il romanticismo adolescenziale. Il mio esordio è avvenuto proprio mentre frequentavo ancora la Comix, sul quotidiano Terra, dove ho lavorato per un paio di anni. Da lì ho quasi sempre lavorato all’estero su svariate serie e miniserie. Sono inoltre anche autore completo e nel tempo libero ho fondato (e gestisco) Zen Comics.

ZenComics ha un’identità editoriale ben definita. Quali sono i valori e gli obiettivi che guidano ogni vostra scelta?

Credo sarò banale e dirò cose ampiamente già espresse da altri, ma l’obiettivo è riuscire a creare delle storie che funzionino e che il pubblico trovi coinvolgenti, rispettando in primis la visione dell’autore. Al di là delle vendite, la cosa importante è sapere di aver creato qualcosa di cui possiamo ritenerci tutti soddisfatti. Inoltre stiamo lavorando per ampliare il raggio d’azione, trasformando Zen in qualcosa di multimediale nel tempo. Questo è quanto mi sono prefissato.

Esiste un progetto o un titolo di cui andate particolarmente fieri?

Citerei Kentachi di Monica Ciabattini, approdato anche sul mercato in lingua inglese. Monica fu una delle prime persone a rispondere alla call, riponendo in noi estrema fiducia, e di questo le sarò sempre grato. Poi Black Salvation scritto da Edoardo Röhl (e da me disegnato). E non dimentichiamo Storie ‘e merd! di Ruben Curto. Più di recente abbiamo pubblicato anche Sette Voci, un antologico ambientato durante la seconda guerra mondiale

In che modo riuscite a bilanciare opere di autori affermati con progetti di nuovi talenti?

basta che mi piaccia. In termini artistici per me non c’è differenza tra un autore navigato ed uno esordiente, quanto piuttosto per la visibilità che questi porta con sé. Sarei un bugiardo se dicessi che anche la visibilità dell’autore non sia una delle cose che pone un certo peso, ma per me non è così importante come invece supervisionare tutte le fasi che precedono la pubblicazione.

Quali sono, secondo voi, le principali sfide e opportunità che l’editoria del fumetto affronta oggi?

Tra le sfide annovero il trovare collaboratori che ti aiutino a portare avanti la tua visione, e questo non sempre è facile. Inoltre, quando si comincia, bisogna almeno avere un piano gestionale per capire come attirare pubblico e mostrare le proprie potenzialità. Uno degli scogli resta quello di mettersi in contatto con i distributori, al fine di arrivare negli store specializzati, così da avere una maggior credibilità in termini puramente editoriali.

La sfida maggiore, però, è anche quella di dare a tutti il giusto spazio, per cui ogni autore deve sentirsi gratificato.

Come pensate che si possa valorizzare il fumetto come mezzo narrativo in un mercato competitivo come quello attuale?
La narrazione varia da genere a genere e ogni editore possiede una propria linea guida. Sicuramente una buona campagna marketing e il sapersi muovere sul web potrebbe aiutare ad emergere e dare lustro a progetti più contenuti. Punterei onestamente sulla creazione di eventi dedicati unicamente al mondo narrativo, scritto o disegnato. L’organizzazione delle fiere, oggi, è forse troppo dispersiva, abbracciano tutta la cultura pop generale, per cui molti visitatori non sono per niente interessati al fumetto come mezzo narrativo.

Com’è cambiato il panorama dell’editoria del fumetto in Italia negli ultimi anni secondo la tua esperienza?
Beh, in Italia, secondo una recente ricerca, la vendita dei fumetti sembrerebbe aumentata esponenzialmente… peccato che si tratti per lo più di manga o fumetti esteri, a parte poche eccezioni. Mi rendo conto che forse sto un po’ generalizzando, ma l’andamento complessivo è purtroppo questo. Sia chiaro, non sto denigrando i manga e i fumetti esteri in generale, dopotutto ci sono cresciuto anche io ed è fondamentale che arrivino in Italia anche altre opere che altrimenti resterebbero sconosciute, ma ne critico la strumentalizzazione che di fatto ha saturato il nostro mercato.

Quali sono i progetti futuri più ambiziosi che ZenComix ha in programma
Stiamo potenziando i contatti con l’estero. Di recente è uscito The Village, graphic novel indiano di cui abbiamo acquisito i diritti per la pubblicazione in Italia e da cui Prime Video ha tratto una serie TV di successo. Inoltre arriverà il prossimo anno Caravaggio, scritto da Ken Mora e disegnato da Cyrus Mesarcia, in una edizione tutta nuova che vede anche alcune tavole totalmente ricolorate per il nostro mercato.

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