M.E.N. -Spillover
Pink Floyd, Porcupine Tree, Marillion e Riverside. I Men riescono a confezionare un prodotto personale e di avanguardia: sono questi i nomi che vengono in mente ascoltando un concept che fotografa il mondo attuale, in cui guerra, egoismo e poco rispetto per la natura sono le parole imperanti, anche se l’amore vero può essere salvifico. Immerso in sonorità che tirano il ballo il prog, il pop e l’elettronica, si lascia ascoltare nella sua complessità, e la scelta di utilizzare suoni olofonici ci invita a farlo con l’ausilio delle cuffie. Everything, con un grande assolo di chitarra ed un coro a più voci, ci mostra il lato pop della band, grazie ad un refrain orecchiabile (molti pezzi sono cantati da Marco Grieco, gli altri da Enzo Lardo e Nick Cruciani) ma Human Eclipse ci trasporta in un mondo sonoro elettronico e futuristico, in cui fanno eco proprio alcune sperimentazione della band di Gilmour e la pomposità degli Eloy. Stesso copione per uno dei must del disco, ovvero Mouths, ma da rimarcare c’è la toccante Present Days, che si collega a Past Days, per dare vita ad unicum malinconico, traghettato da un mood pacato e da una voce declamatoria che, nella seconda song, diventa solenne insieme al tutto il suo tessuto musicale. Circoletto rosso per l’ultimo pezzo, una ghost track divisa in tre parti, Hell, Purgatory ed Heaven: all’ascoltare il compito di scegliere il finale della storia, tra passaggi elettro-funky, arpeggi romantici e tastiere da soundtrack.
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