La Dama di Capestrano: uno spazio d’Arte per cuori d’altri tempi

Editoriale

Dicembre 3, 2023

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Un raffinato crocevia artistico per letture, mostre, presentazioni e incontri musicali.

Non tutti sanno che, congiuntamente al ritrovamento dell’ormai famoso Guerriero di Capestrano, uno dei simboli più famosi d’Abruzzo, fu rinvenuto anche il busto di una figura femminile, nota come la Dama di Capestrano, oggi ospitati entrambi presso il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo di Chieti, all’interno della meravigliosa Villa Frigerj, in una sala allestita dall’artista campano Mimmo Paladino.

Ancor meno si sa che all’interno dello scrigno di tesori naturalistici, rappresentato dall’omonimo comune abruzzese, si cela una gemma di valore inestimabile, uno Spazio d’Arte Multidisciplinare, nato con l’ambizioso obiettivo di diventare strumento di connessione tra mondi apparentemente distanti, utilizzando linguaggi comuni e affini.

La Dama di Capestrano è un tesoro da salvaguardare, un luogo di ristoro per anime sensibili, fortemente voluto dall’Associazione Culturale MAKS, rappresentata dalla presidente Simonetta Caruso.

Perché creare una realtà come La Dama di Capestrano in un comune così piccolo?

Perché no. A parte gli scherzi, in tanti mi chiedono perché una galleria d’arte in un villaggio di scarse novecento anime…Certamente non è per business, sicuramente invece per fare qualcosa di bello per un luogo che amo molto e in cui ho scelto di vivere. Quindi, dopo aver aperto una casa vacanza con piscina, mi sono detta perché non una galleria d’arte? In questo territorio non manca di certo la bellezza. Basta farsi una passeggiata nel centro storico o nei dintorni per scoprire la meraviglia che offre Capestrano allo sguardo dei visitatori ma l’arte e la cultura sono momenti di aggregazione importanti per le persone e per un luogo. “la Dama di Capestrano” è aperta a tutti. Non bisogna necessariamente avere una laurea in Storia dell’arte per apprezzare un’opera…l’arte riesce a parlare al cuore di chiunque si accosti con sincerità e apertura e fa bene alla gente. E poi perché amo l’arte. Mia madre comprava quadri in continuazione, sono cresciuta nella bellezza e fare qualcosa di bello per gli altri mi pare una buona cosa.

Come si inserisce questo spazio d’arte nella comunità locale e qual è il suo impatto sulla vita culturale del luogo?

Diciamo che ad un anno e mezzo dall’apertura iniziamo a vedere anche la presenza delle persone del luogo e Letizia ed io – Letizia Perticarini è assieme a me una parte importante de la Dama – siamo molto felici di questo e siamo fiduciose che riusciremo a tessere un buon legame con la realtà locale.

Proporre alternative culturali significa contribuire a educare l’utenza alla cultura. In che modo La Dama di Capestrano prova a declinare questa responsabilità?

Un uomo suona il violoncello all'interno de La Dama di CapestranoLa cultura è una imprescindibile componente d’inclusione sociale oltre a rappresentare un’occasione di arricchimento da un punto di vista umano e per questo vengono proposte mostre di livello nazionale ed internazionale e durante il periodo di esposizione proponiamo presentazioni di libri, reading letterari ma anche piccole esibizioni di musicisti affermati. Non per niente abbiamo voluto che “la Dama di Capestrano” fosse uno Spazio d’Arte Multidisciplinare. Per quanto mi riguarda, almeno, non riesco a vedere le varie espressioni artistiche come scollegate tra di loro ed anche nella vita sento che ci sia qualcosa che ci unisca tutti e che tutti concorriamo a questa incredibile e meravigliosa esperienza che chiamiamo vita.

Gestire una realtà di questo tipo permette anche un lavoro di scouting di artisti. C’è qualche giovane artista emergente che vi ha particolarmente impressionato per talento e precocità?

In sincerità ancora no, ci siamo concentrate su artiste/i già affermati e con un bel curriculum alle spalle. Sicuramente in futuro il nostro sguardo sarà rivolto anche ai giovani artisti emergenti.

Il nome dato a questo spazio multidisciplinare fa chiaro riferimento a una statua, esempio di scultura italica pre-romana considerata un capolavoro dell’arte antica. Come la vostra realtà contribuisce a preservare e promuovere la cultura locale e le tradizioni artistiche dell’Abruzzo?

Il nostro l’obiettivo è quello di sviluppare nuove metodologie di comunicazione e intermediazione culturale ma che siano in grado di promuovere lo sviluppo delle risorse territoriali ed umane. Vuole essere una ricerca che porti ad una riforma del linguaggio dettato dalla necessità di un recupero delle nozioni di autenticità e di valore. Promuoviamo, diffondiamo ed incrementiamo la cultura delle arti in generale, sul territorio abruzzese ma anche nazionale, internazionale ed oltreoceano anche al fine di sviluppare relazioni culturali nel quadro dell’unità europea e portare la nostra cultura locale e le nostre tradizioni artistiche al di fuori dei nostri confini.

È già nota la programmazione invernale per i mesi di dicembre e gennaio?

Il 9 dicembre inaugureremo la nostra prima collettiva che vedrà la partecipazione di artisti di fama sia nazionale che internazionale della durata di due mesi e durante il periodo natalizio abbiamo un incontro musicale d’arpa elettronica e la presentazione di un libro di un autore alla sua opera prima.

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