La prima stagione di Avatar la leggenda di Aang debutta su Netflix

Editoriale

Aprile 11, 2024

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Una serie ispirata profonda e divertente che rilancia la figura dell’eroe impavido puro di cuore

Avatar: l’ultimo dominatore dell’aria – La leggenda di Aang è una serie televisiva live action distribuita da Netflix. Ideata sull’omonima serie animata e prodotta in collaborazione con la rete Nichelodeon che diede vita alla serie animata. Composta da otto episodi e creata da Albert Kim sul soggetto di Michael Dante Di Martino, è una storia di genere favolistico modellata sullo stile degli anime giapponesi.

In un mondo devastato dalla guerra in cui alcune persone possono “piegare” uno dei quattro elementi della natura come acqua, terra, fuoco e aria, un dodicenne di nome Aang, cresciuto tra i nomadi dell’aria, scopre di essere l’Avatar:  ponte tra il mondo mortale e quello spirituale e l’unico in grado di piegare tutti e quattro gli elementi invece di uno solo. La scopertaporta Aang a fuggire con il suo bisonte volante, finendo vittima di una tempesta che lo intrappola in un iceberg per cento anni. Quando Aang ritorna nel mondo grazie a Katara e Sokka, due membri della tribù dell’acqua del sud, scopre di essere l’ultimo dominatore dell’aria vivente e di aver ereditato nuove responsabilità.

L’Avatar, infatti, mantiene l’equilibrio del mondo e della natura ed è destinato a portare la pace. Aang si trova ora di fronte alla responsabilità di porre fine alle ambizioni militariste della Nazione del Fuoco guidate dal signore del fuoco Ozai, che brama di conquistare il mondo, come suo padre e suo nonno Sozin. Con i suoi nuovi compagni Katara e Sokka, Aang si propone di padroneggiare i quattro elementi mentre è inseguito da Zuko, il principe ereditario in esilio della Nazione del Fuoco, che cerca di riconquistare il suo onore catturandolo.

Questa trasposizione è decisamente ben realizzata. Presenta molta fedeltà alla trama e ai personaggi originali della serie animata. Nella storia si palesa chiaramente la filosofia orientale, modellata su leggende complesse e antiche, sulla rivoluzione umana dei personaggi, con un’apprezzabile leggerezza narrativa con cui si affrontano temi forti come la morte, il fallimento e la disperazione, intervallati da note positive e comiche studiate bene.

La trama aiuta a mettere un accento su valori come l’eroismo, la redenzione e la voglia di agire per il bene in contrasto con il male. Aang è un eroe molto giovane che compie una grandissima evoluzione e il suo cammino dell’eroe, nonostante le premesse degli avatar suoi predecessori (le sue incarnazioni delle vite passate), lo vede diventare esattamente il prode combattente di cui il suo mondo ha bisogno. Diventa sempre più potente, mentre impara a dominare gli altri elementi, cresce e si prepara a compiere anche grandi sacrifici, ma ciò che più di tutto imparerà sarà il valore dell’amicizia e dell’affidarsi alla propria spiritualità.

A parte Aang, anche i suoi amici Sokka, Katara e i suoi nemici Zuko e il generale Iroh percorrono un profondo cammino interiore, ognuno è ben caratterizzato, e tutto viene approfondito nell’arco dei vari episodi che non risultano affrettati nella narrazione, né lenti nei momenti dedicati ai flashback. Scopriamo piano piano tutto quel che c’è da sapere del background dei molti personaggi, pregevoli anche le descrizioni del world building.

Oltre le buone regia, fotografia e scenografie, è da lodare la scelta del cast. Molti attori sono sicuramente alla prima importante esperienza, sebbene dimostrino buone doti attoriali e una certa immedesimazione nei personaggi. I visual effect sono adeguati al genere e accompagnati molto bene dalla fotografia. La colonna sonora è stata ripresa dalla serie animata quasi per intero e rende la storia ancora più suggestiva ed emozionante: un lavoro decisamente ben riuscito.

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