Le storie materiche dello Scrittore-Artigiano

Gennaio 24, 2024

Notari racconta “I borghi invisibili”, un viaggio impreziosito dalle illustrazioni di Lauria

Domenico Notari, deliziosa penna che ci aveva già affascinato con La misteriosa morte dello scrittore Egidio Valdés (Newton Compton) e Breve storia del Regno di Napoli (Newton Compton) – per citarne due – torna nelle librerie con “I borghi invisibili, quattro leggende per quattro tradizioni ormai mute” edito da Officine Pindariche. Sandro Veronesi ha scritto di lui: “La forza di Domenico Notari è sempre stata quella dell’artigiano che si siede davanti alla materia grezza e sa che il raggiungimento della forma desiderata è solo una questione di tempo”.

Nei “Borghi invisibili” vengono raccontate quattro storie ambientate in altrettanti piccoli paesi del salernitano. C’è una ragione specifica che l’ha indotta a scegliere proprio questi quattro borghi?

La scelta non è dipesa da me, ma dalla committenza. Nell’ambito della rassegna della Regione Campania che porta lo stesso titolo del mio libro, “I borghi invisibili”, sono stato incaricato nel 2022 di scrivere quattro racconti che recuperassero le tradizioni ormai “mute” di Palomonte, Serre, Roscigno Vecchia e San Cipriano. Ho scelto il genere fantastico perché si attagliava meglio all’operazione letteraria. Sono scaturite, così, quattro leggende, inventate ad hoc sotto l’influsso di suggestioni del tutto inedite, che in seguito sono state drammatizzate da un regista e interpretate pubblicamente nei rispettivi paesi.

Volendo confermare quanto Giulio Leoni ha scritto nella prefazione del libro, per cui il gotico delle nostre terre non si avvale solo delle suggestioni di uomini svaniti sotto forma di fantasma, ma anche della sparizione delle pietre dei nostri borghi – e Roscigno vecchia lo conferma nel suo essere uno scheletro senz’anima (non romanticamente parlando) -, come può l’opera letteraria rendere meno invisibili questi luoghi sempre più evanescenti?

Creando dei monumenti e vendicando… Sì, le mie storie non vogliono essere semplici narrazioni, più o meno appassionanti; vogliono offrire, piuttosto, a ogni luogo “invisibile” un monumento esclusivo, che non sia di bronzo inerte, bensì di scrittura viva; che circoli nelle biblioteche o che venga letto nelle scuole di ciascun paese, perché i loro cittadini in erba ne vadano fieri.

Scrive Elio Vittorini: “Gli uomini restano inappagati e invendicati, se qualcuno non li trasforma in memoria”. Ebbene, in questo caso per me, da scrittore, gli uomini inappagati da vendicare sono i cittadini di questi borghi.

I quattro racconti de “I borghi invisibili” vengono proposti come leggende, ma si tratta in realtà di narrazioni inedite vere e proprie. Cosa rende queste storie così simili a leggende?

Il mescolare la realtà e la finzione: l’evento storico documentato (l’abbandono di Roscigno Vecchia, la spedizione dei Mille, il Plebiscito, la costruzione della Reggia di Persano, il terremoto di Casamicciola) e la narrazione fiabesca (il fantasma della Cagnolona, l’automa di Palomonte, la Sirena di Roscigno, il Fanciullin cortese…). E poi, il raccontare i piccoli uomini come eroi (’O Signurino, il cavalier Mazzeo, l’ingegnere della Regia Camera); e i personaggi della Storia come semplici uomini (Ferdinando IV di Borbone, Canova, Garibaldi). Ma come realizzare tutto ciò? Adottando coordinate spazio-temporali ben precise, utilizzando le tecniche di veridizione (rendendo credibile il fantastico) e la poetica del realismo magico: facendo emergere in modo inaspettato l’elemento soprannaturale dalle pieghe della vita di tutti i giorni.

I brani sono accompagnati dalle splendide illustrazioni di Enzo Lauria. Cosa ha provato nel vedere tradotte in immagini le scene che ha elaborato in scrittura attraverso i Suoi racconti?

Inizialmente un moto di sorpresa. L’illustratore è innanzitutto un lettore e come tale, si sa, ha una fruizione soggettiva dei personaggi e degli scenari narrati sulla pagina scritta. Le immagini mentali di Enzo Lauria, perciò, non potevano coincidere con quelle immaginate da me mentre scrivevo. Inoltre, la sua trasposizione grafica assecondava una necessità di esprimere la propria forte personalità artistica. Insomma, l’illustrazione è diventata una seconda narrazione del tutto autonoma; a volte parallela a quella scritta, il più delle volte divergente e ironica: una sorta di piccolo e piacevole – vista la bellezza – “tradimento”. Così, i quattro racconti sono diventati otto. E il tradimento è divenuto linfa per questo libro.

C’è la possibilità che, come già accaduto in passato, “I borghi invisibili” veda un seguito?

Certo! Intanto nel 2023 la rassegna teatrale della Regione, diretta ancora da Antonello Mercurio, mi ha commissionato altri tre racconti. Sono nate le leggende ambientate a Centola, a Montesano sulla Marcellana e di nuovo a Palomonte, drammatizzate ancora dal bravissimo regista e attore Pasquale De Cristofaro e messe in scena nelle rispettive piazze. I racconti attendono solo di diventare un nuovo libro: Luigi Avallone, il coraggioso editore di Officine Pindariche, l’ha già messo in cantiere. Mi auguro solo che Enzo Lauria voglia ancora donarci la sua inconfondibile arte, con altrettanti piccoli deliziosi graphic novel. Intanto l’interesse delle amministrazioni locali per l’iniziativa si sta allargando a macchia d’olio.

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